Gigolò e accompagnatore per donne, Igor si racconta in un’intervista

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Gigolò (o gigolo), accompagnatore per donne, escort per donne. Quante volte abbiamo sentito nominare queste parole che sembrano nascondere un mondo affascinante almeno quanto quello raccontato da film e libri?

Una professione che nell’immaginario collettivo è fatto solo di sesso e soldi facili, ma che in realtà nasconde sacrifici, passione e diverse insidie. Io, Igor Gigolò, ho svelato cosa si cela dietro questo mestiere in una intervista a zon.it. Ecco cosa ho raccontato.

Perché hai deciso di iniziare questa attività?

“Tutto è cominciato come un gioco, dopo la visione di un film. Ho iniziato la professione di gigolo documentandomi per capire come funzionava il mercato. Poi ho inserito degli annunci gratuiti su internet, con foto fatte da me o amici. Di ogni scatto oscuravo il volto, mostravo solo il mio corpo e al massimo le labbra. Ma ho capito che qualcosa andava cambiato.

E lì ho trovato la via del successo: ho deciso di togliere ogni velo, di farmi vedere così come sono, viso compreso, e di mostrarmi in maniera elegante, con una identità ed uno stile ben definiti. Sensuale senza mai trascendere nel volgare”.

Esiste un tipo di donna che maggiormente chiede i tuoi servizi di gigolò o accompagnatore per donne?

“Il tipo di cliente che più frequentemente mi chiama è una donna in carriera. Avvocatesse, dottoresse, manager o ancora mogli o ex mogli di personaggi importanti. A Milano ad esempio ho incontrato una ex moglie di un politico molto conosciuto.

Non c’è uno stereotipo preciso, l’età media è di 40 anni, ho incontrato ragazze di 20 anni, ma anche donne di 60. La clientela è molto varia. Si rivolgono ad un gigolo o accompagnatore per donne perché ciò che l’accomuna è la voglia di provare ancora emozioni.

Molto spesso le donne mi chiamano perché logorate da un matrimonio andato a male, da un marito poco attento, dalla solitudine o dalla noia. Quest’ultimo fattore riguarda soprattutto le donne più ricche. Me ne sono reso conto incontrando una modella 30enne a Milano.

In quella occasione, per la prima volta, ho realmente capito cosa fosse la noia. Molte volte è proprio la noia la rovina di queste donne. Hanno tutto dal punto di vista materiale, ma per il resto non hanno nulla.

Chiamano me perché sono in cerca di una carezza, di una emozione, spinte anche dal fatto che non si possono far vedere in giro con chiunque. Quindi chiamare un gigolò, un accompagnatore per donne serio è una garanzia soprattutto per la loro privacy.

Molti si chiedono perché ci sono donne che mi pagano per quello che faccio. A volte è un discorso che riguarda la riservatezza, la discrezione, la professionalità del servizio”.

La professione del gigolò va oltre la prestazione sessuale e quindi al di là dei classici stereotipi?

“Il servizio più richiesto da una cliente è il cena con dopocena. Ma con dopocena tutti pensano al sesso, in realtà quel che succede tra escort per donne e cliente è un qualcosa che accade tra persone adulte e consenzienti e va oltre la compagnia, che è ciò per cui che vengo pagato.

Se c’è del sesso, e non sempre avviene, è solo una ciliegina sulla torta.

Molto spesso vengo ingaggiato solo per compagnia in occasione di cerimonie o spettacoli. A volte sono solo un diversivo, altre uno sfizio, altre ancora un primo passo verso il cambiamento. Ci sono donne che escono da un rapporto, che non provano emozioni da diverso tempo.

Per non uscire con una persona qualsiasi decidono di affidarsi a un gigolò professionista, mosse da un bisogno di sicurezza, per non sentirsi giudicate”.

Le clienti da un gigolò cercano una esperienza a 360° che vada oltre la semplice trasgressione?

“Esatto. Un escort per donne deve saper proporre un’emozione ed è ciò che ho messo in risalto sul mio sito, dove parlo tanto di Boyfriend experience. La boyfriend experience è letteralmente un’esperienza da fidanzato per un tempo determinato, in cui io divento a tutti gli effetti il compagno della mia cliente, in occasione di una cerimonia, di un viaggio, di una cena etc.

La boyfriend experience è a 360°.
Alla mia cliente do la sensazione di essere il suo fidanzato non solo a livello di vicinanza fisica, ma anche e soprattutto sul piano emozionale.

Non dimentichiamo che dietro un gigolo professionista c’è un uomo ed è proprio quello che cerco di far uscire quando vengo ingaggiato. Alla mia cliente voglio dare ciò che c’è dentro Igor e quando ci riesco, quando ricevo feedback positivi sono estremamente soddisfatto.

Ed è proprio questo aspetto che mi rende orgoglioso, non il denaro. Se facessi il gigolò professionista solo per denaro non sarei qui dopo 7 anni”.

Quello del gigolò è un mestiere abbastanza totalizzante, è difficile gestire la vita privata?

“Questo è il prezzo più grande da pagare. Nei primi anni è stato un po’ più difficile, ma ormai ho imparato a far convivere l’Igor gigolò ed il vero Igor.

Se sono diventato Igor gigolò lo devo anche ad una bella e solida famiglia che ha rispettato le mie scelte e alle amicizie. All’inizio dedicavo tutte le mie energie a questo lavoro, ma una volta che Igor è diventato un personaggio riconosciuto ho potuto concedermi delle pause.

Mi piace viaggiare, andare al cinema o semplicemente stare a casa con il mio cane. Questo stile di vita mi consente di andare agli appuntamenti più rilassato e con la possibilità di dare il meglio”.

Ti piacerebbe se lo Stato italiano riconoscesse il tuo lavoro come una professione?

“Lo Stato fa di tutta un’erba un fascio, mettendo nello stesso calderone gigolò, accompagnatori e prostituzione. Questa mancata differenziazione mi ha sempre fatto molto male perché non mi va di essere paragonato a chi si prostituisce per strada o in un appartamento.

Sono realtà molto diverse, io farei una differenza anche tra escort per donne ed escort per uomini.

Attraverso il mio avvocato ed il mio commercialista sto provando a legittimare la mia posizione sia dal punto di vista legale che fiscale, ma non è facile. Eppure tutto ciò quel che voglio è molto semplice: pagare le tasse come qualsiasi cittadino.

E lo voglio fare in Italia, non all’estero come mi consiglia qualcuno. In Germania, ad esempio, è tutto legale, ma io amo il mio Paese e voglio vivere qui per sempre. Per questo spero che lo Stato regolarizzi la prostituzione, fissando dei paletti precisi.

Ricordo che per lo Stato non è reato prostituirsi, lo è invece lo sfruttamento della prostituzione. Per questo ho parlato di regolamentazione e non di legalizzazione.

Ci sono tantissimi uomini e tantissime donne che liberalmente hanno scelto questa professione e che attendono un segnale, speriamo che finalmente si possa dare una accelerata su questo aspetto.

Dopotutto parliamo del mestiere più antico del mondo”.

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