Assistente sessuale: il sostegno alla disabilità

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L’assistente sessuale è una figura importante per la comunità dei disabili ma anche per le loro famiglie. Le persone affette da qualsiasi tipo di disabilità hanno come tutti delle esigenze e dei bisogni. Allora perché non supportarle emotivamente e sessualmente?

È un tema molto delicato e ho pensato di approfondirlo con qualche riga.

Disabilità e sessualità: il diritto al benessere

Negli ultimi tempi, a differenza di alcuni anni fa, si parla molto di più del tema sessualità e disabilità. L’argomento sta interessando tutti e non solo i disabili e i loro genitori.

Si inizia a sottolineare il concetto di benessere del disabile piuttosto che quello del diritto di provare piacere sessuale.

Ne parlano i media, sono stati scritti libri in merito e girati dei film, con lo scopo di sensibilizzare ed informare chi lo considera ancora un argomento tabù. A proposito di libri, L’Accarezzatrice di Giorgia Wurth tratta questa tematica. L’autrice scrisse il libro dopo aver scoperto la figura dell’assistente sessuale per disabili in Svizzera, qualche anno prima.

Il sesso disabili deve essere supportato da un’educazione sessuo-affettiva, ecco perché in alcuni paesi esiste già la figura del partner surrogato: persone formate da sessuologi e psicologi per supportare sessualmente chi ha problemi di disabilità.

La sessualità può e deve essere insegnata. Il benessere psico-fisico è importante anche per i disabili, che come tutti hanno pulsioni, stimoli e desideri sessuali. E nessuno può negare questo diritto.

La legge italiana sull’assistenza al sesso per disabili

Nonostante sia ancora fermo in Senato, esiste un disegno di legge n. 1442 risalente ad Aprile 2014, sull’assistenza sessuale ai disabili. Il decreto legislativo è conosciuto come “Disposizioni in materia di sessualità assistita per persone con disabilità” per “favorire il pieno sviluppo della persona anche sotto il profilo dell’espressione della sessualità”.

Con questo decreto, dunque, si chiede l’istituzione della “figura dell’assistente per la sana sessualità e il benessere psico-fisico delle persone disabili o assistente sessuale”.

Quando il decreto verrà firmato, anche in Italia la figura dell’assistente sessuale per disabili potrà essere finalmente riconosciuta.

L’assistente sessuale cosa fa nello specifico?

L’assistente sessuale non si deve assolutamente identificare con una prostituta o un prostituto.

Parliamo di una figura professionale che assiste le esigenze sessuali di persone con deficit fisici e mentali. È un vero aiuto educativo e funzionale.

Chi sceglie di diventare assistente sessuale viene formato da specialisti, ovvero sessuologi e psicologi. La formazione si differenzia anche al tipo di disabilità.

L’operatore sessuale principalmente supporta i disabili emotivamente, sessualmente, affettivamente ed eroticamente. Insegna ad amare e ad approcciarsi al sesso e se richiesto insegna anche la masturbazione. Inoltre aiuta i disabili a raggiungere l’orgasmo con massaggi, stimolazioni tattili, contatti fisici, corpo a corpo.

Il ruolo dell’assistente sessuale ai disabili non è solo quello di soddisfare i bisogni sessuali di una persona con deficit. Nella maggior parte dei casi non c’è richiesta di rapporti sessuali, ma soltanto di avere compagnia e di vivere momenti di intimità.

Sapere cosa fa l’assistente sessuale per disabili è importante, se si sta decidendo di seguire questa strada. Bisogna avere dimestichezza, empatia, sensibilità e tanta umanità.

Come diventare assistente sessuale per disabili

La figura dell’assistente sessuale non è ancora riconosciuta in Italia. Nonostante ciò dal 2017 grazie a Max Ulivieri fondatore di LoveGiver, è possibile seguire un corso assistente sessuale.

Le iscrizioni sono consentite ad un massimo di 40 persone diplomate che superano l’idoneità al test psico-attitudinale. Il test si svolge con un sessuologo.

Il corso assistente sessuale disabili è basato tutto sulla disabilità e sessualità. Le tematiche sono discusse da docenti di psicologia, medici, sessuologi e insegnati certificati. Ha una durata di 200 ore.

Lo scopo del corso è quello di formare persone all’educazione sessuo-affettiva. Il primo corso sulla formazione di operatori sessuali ha avuto 16 iscritti, aumentati poi col tempo.

Assistente sessuale Italia: il progetto LoveGiver

LoveGiver è un’associazione che da anni si batte per il riconoscimento in Italia dell’assistente sessuale per disabili. Il progetto nasce a Bologna nel 2013 grazie al suo fondatore e sostenitore Max Ulivieri affiancato da Fabrizio Quattrini sessuologo, psicologo e vicepresidente di LoveGiver.

Ulivieri dal 2013 si batte affinchè questa figura venga istituzionalizzata, ha organizzato 67 convegni e 32 corsi di formazione. Inoltre ha coniato, l’assistente sessuale, un nome specifico: OEAS (assistente all’emotività, all’affettività e alla sessualità) “un operatore professionale (uomo o donna) con orientamento bisessuale, eterosessuale o omosessuale che deve avere delle caratteristiche psicofisiche e sessuali ‘sane’. Attraverso la sua professionalità supporta le persone diversamente abili a sperimentare l’erotismo e la sessualità”

Il protocollo di LoveGiver non prevede sesso con disabile e sesso orale. L’assistente sessuale deve svolgere tre compiti fondamentali:

Ludico: far scoprire il proprio corpo
Relazionale: far coprire il corpo dell’altro
Etico: far scoprire il valore della corporeità

Durante gli incontri si sperimenta il contatto con le mani, lo sfioramento, e il contatto visivo.

Max Ulivieri ha scritto anche il libro LoveAbility – L’assistenza sessuale nelle persone con disabilità. Vi consiglio di leggerlo.

Assistente sessuale in Europa e nel mondo

Sono più di 30 anni che l’assistente sessuale Olanda, Svizzera, Germania, Giappone è una figura riconosciuta. In questi Paesi esistono servizi di assistenza sessuale per i disabili e vige una legislazione in merito.

Per diventare assistente sessuale Germania si può seguire un corso professionale riconosciuto. In realtà è dal lontano 1959 che esiste l’associazione SENSIS che ha istituito un servizio di contatto corporeo. Ne parla anche Ulivieri nel suo libro, LoveAbility l’assistente sessuale per persone disabili.

L’assistente sessuale Svizzera è una realtà che esiste già da qualche anno. Qui c’è una cultura sia etica che morale che va a favore e sostegno di questa figura professionale. Ed è stata proprio dalla provocazione lanciata dal consigliere di Basilea Città, Eric Weber – “Lo Stato paghi le prostitute ai disabili” – che si è preso in considerazione di attuare l’assistenza sessuale.

Lasciando l’Europa, girando un po’ il mondo, nel 2013 la figura dell’assistente sessuale Giappone è stata riconosciuta dall’ONG giapponese White Hands la quale ha stabilito un legame tra disabilità e sessualità fornendo così assistenza ai disabili che necessitano di provare piacere sessuale.

La mia esperienza da Gigolò con donne disabili

Nel corso degli anni da Gigolò, ho incontrato diverse donne con disabilità che desideravano vivere una serata, un weekend, un’uscita pomeridiana, una passeggiata in riva al mare, una colazione in compagnia.

Tutto quello che chiedevano era di vivere emozioni sentimentali più che sessuali. Ci sono state anche donne disabili con le quali ho fatto sesso completo, ma era una loro richiesta e non avevano una disabilità limitante nella sessualità.

Per alcune donne con deficit, invece, anche se normodotate, è fisicamente impossibile praticare sesso, a loro però si può insegnare la masturbazione, le si può sfiorare o abbracciare. Non si deve mai negare un abbraccio.

Ho anche incontrato donne famose che, a causa di regressi di alcune malattie, ora vivono in carrozzina. Ed anche loro chiedevano affetto.

Ritengo che l’assistente sessuale sia una figura necessaria e quindi da istituzionalizzare anche in Italia. I disabili richiedono una presenza fisica tenera, amorevole, desiderano un contatto fisico umano, desiderano di scherzare e ridere insieme a qualcuno che non sia un loro familiare.

Le volte in cui ho ricoperto il ruolo di assistente sessuale per disabili, mi sono sentito molto utile e ho capito che nonostante le difficoltà bisogna sempre vivere con il sorriso.

Mentre io insegnavo loro ad amare, loro insegnavano me a sorridere.

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